Chi siamo - Museo dei Cappuccini Genova

Museo
dei CAPPUCCINI
Genova
MUSEO dei CAPPUCCINI Genova
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Chi siamo

I FRATI CAPPUCCINI LIGURI
Nel 1530 ca. un primo drappello di frati, inviato da p. Ludovico da Fossombrone, forse su consiglio della matrona genovese Caterina Cybo, trova ospitalità presso l’Ospedale degli Incurabili in Genova, dove il Magistrato della Pia Opera assegna loro alcune stanze e la chiesa di San Colombano. Pochi anni dopo i frati vengono chiamati a prestare la loro opera presso l’Ospedale di Pammatone. Nel 1538 il Magistrato dell’ospedale concede in uso ai Cappuccini il vecchio convento di San Barnaba, sito sul colle di Carbonara. Il seicento vede i Cappuccini in grande espansione in tutta la regione e sorgono diversi conventi, essi sono impegnati in Genova soprattutto sul fronte della carità e sono in prima linea durante lo scoppio dell’epidemie di peste del 1630 e del 1656/57. Anche in Liguria passa il vento distruttore delle soppressioni delle case religiose: a causa dei decreti napoleonici nel 1810 quasi tutti i conventi cappuccini vengono chiusi e abbandonati. Solo cinque anni dopo viene riconsegnata loro  la chiesa e il convento della SS. ma Concezione.
È il primo convento che si riapre dopo la bufera napoleonica. Dopo l’approvazione della legge di soppressione delle Congregazioni religiose nel 1866 da parte del Governo Italiano, i Cappuccini furono dispersi dai conventi, a cui poterono fare ritorno solo dopo parecchi anni.I frati cappuccini liguri nel corso del ‘900 e ancora oggi sono impegnati specialmente nella pastorale sanitaria, parrocchiale, e nelle missioni; un servizio molto importante è quello dell’assistenza dei poveri e dei bisognosi, praticato da sempre e oggi continuato con impegno anche attraverso le “Mense” quotidiane.
Oggi i Cappuccini liguri contano 11 fraternità sparse sulla Regione.
Per saperne di più: www.cappucciniliguri.it

SANTA CATERINA FIESCHI ADORNO
1447. Nasce a Genova, in Vico Indoratori, da Giacomo Fieschi e Francesca Di Negro.
1463. Sposa Giuliano Adorno il 13 gennaio.
1473. Il 22 marzo inizia la sua conversione  spirituale.
1478. Col marito lascia la casa di Via Lomellini e va ad abitare in una casetta all’interno dell’Ospedale di Pammatone.
1484. Il 26 luglio redige il primo testamento, perché gravemente ammalata.
1488. Il Beato Angelo da Chivasso fonda il complesso conventuale dell’Annunziata di Portoria.
1489. Caterina viene nominata Rettrice dell’Ospedale di Pammatone, sezione donne
1493. Dicembre, freddo polare e terribile pestilenza.
1495. Riunisce il primo gruppo di discepoli che costituiscono la Confraternita del “Divino Amore”.
1497. Nasce Tommasina, che si chiamerà da religiosa Battistina, figlia di Ettore Vernazza.
1497. Nell’estate muore il marito Giuliano Adorno.
1499. Viene eretto l’Ospedale degli Incurabili per volontà di Ettore Vernazza.
1510. Nella notte tra il 14 e il 15 di settembre muore dopo una lunga malattia.
1628. Viene scelta come patrona della Repubblica di Genova, confermata solennemente nel 1684.
1675. Il 6 aprile viene proclamata Beata da papa Clemente X.
1737. Il 16 giugno è canonizzata da papa Clemete XII.
1943. Papa Pio XII la qualifica patrona secondaria degli ospedali italiani.
La sua memoria liturgica nella Diocesi di Genova si celebra  il 12 settembre.

Il COMPLESSO CONVENTUALE DI SANTA CATERINA DA GENOVA
La Chiesa fu fondata nel 1488 dai Frati Minori Osservanti che la dedicarono alla Santissima Annunziata.L’architettura originale era in stile tardo gotico, ma a causa della nuova cinta muraria voluta dalla Repubblica genovese nel 1538, furono abbattuti parte del convento e tutta la zona absidale. Ciò che è oggi visibile è dovuto alla riprogettazione rinascimentale concepita da Giovan Battista Castello. La chiesa della Nunziata fu definita “il cantiere del Cinquecento genovese”, vista la presenza di numerosi pittori liguri.
Dopo il trasferimento degli Osservanti, si succedettero diversi Ordini religiosi a officiare la Chiesa, fino all’arrivo dei Cappuccini, voluti dai Protettori del vicino Ospedale di Pammatone.
Tra il 1723 e il 1756 la chiesa subì varie modifiche tra cui il cambiamento della facciata esterna; le due lunette in pietra di promontorio sopra il portale rinascimentale furono rimosse e al loro posto Andrea Casaregis realizzò una cimasa barocca che racchiude un ovale, raffigurante “l’Annunciazione”, di Francesco Maria Schiaffino.
Anche l’interno subì alcune modifiche: le antiche colonne furono trasformate in pilastri; la navata centrale venne coperta da una volta e da un cornicione, che diminuì notevolmente l’ampiezza delle finestre. Il 1837 coincise con il primo centenario della canonizzazione di Santa Caterina, evento che contribuì a ulteriori rinnovamenti.
Durante la Seconda Guerra Mondiale la chiesa subì alcuni danni: andarono distrutte tutte le vetrate istoriate, venne colpita da uno spezzone incendiario, che fortunatamente non esplose; ne è ancora visibile il danno, osservando il soffitto della cappella della Natività. Negli anni Duemila, in occasione di Genova Capitale della Cultura 2004, furono eseguiti dei nuovi restauri, riguardanti il presbiterio e le cappelle della Natività e dell’Addolorata.

IL MUSEO DEI CAPPUCCINI
La storia del Museo dei Cappuccini affonda le sue radici nel “vecchio” Museo di Vita Cappuccina fondato da padre Cassiano da Langasco nel 1978. Padre Cassiano cercò di rappresentare il suo ideale di “vita cappuccina” in questa raccolta di manufatti, documenti e testimonianze relative al costume, all’arredamento, allo svolgersi della vita quotidiana dei conventi. Nel 2004 la Provincia di Genova dei Frati Minori Cappuccini ha deciso, tenendo fede all’idea di padre Cassiano, di ammodernare la struttura trasformandola in un museo in continua evoluzione.
Il moderno “Museo dei Cappuccini”, conserva, valorizza ed espone al pubblico il patrimonio storico-artistico, etnografico, archivistico e bibliografico dei Cappuccini liguri attraverso mostre temporanee che sono incentrate non solo sulla “vita cappuccina”, ma anche sulla storia e l’arte del nostro territorio. Espone anche una collezione permanente negli spazi storici della struttura: nell’ampio scalone progettato nel 1772 da Gaetano Cantoni e nel “Deposito di Santa Caterina da Genova” (Cappella Superiore della Chiesa) si possono ammirare opere di artisti come Bernardo Strozzi, Domenico Fiasella, Orazio De Ferrari, Giovanni Battista Paggi, Domenico Piola.


Museo dei Cappuccini di Genova
Viale IV Novembre 5, 16121 Genova
(ingresso da Via Bartolomeo Bosco)
 
Telefono: +39 010 8592759
email: info@bccgenova.org
 sito internet: www.bccgenova.it

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