Presepe meccanico - Museo dei Cappuccini di GEnova

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Presepe | Meccanico

Nel panorama presepiale italiano, poche opere riescono a catturare l'immaginazione e il cuore dei visitatori come il presepe biblico animato di Franco Curti. Nato a Cuneo nel 1916 e scomparso a Carmagnola nel 2003, Curti non fu un artista o un ingegnere di professione, ma un umile rilegatore che dedicò la sua intera esistenza alla realizzazione di un'opera monumentale. Come lui stesso scrisse nel suo memoriale, il suo scopo era illustrare il più grande avvenimento di tutti i tempi: la Natività di Gesù e i testimoni della nascita.
Un sogno nato nella canonica di Carmagnola e cresciuto parallelamente alla sua attività lavorativa. Dopo aver completato il presepe, Franco Curti costruì persino un padiglione su misura per trasportarlo ed esporlo, dotato di una cabina per trascorrere la notte. Acquistò poi un camioncino e un'auto con megafono, usata per invitare i visitatori nei vari paesi. La sua dedizione era assoluta: Se la rievocazione di questo avvenimento... dopo duemila anni attira ancora così tanti visitatori e può suscitare un po’ di quel divino messaggio, rifletteva nel 1972, penso di poter dire che non sono state inutilmente sprecate le 12.000 ore che ho dedicato alla costruzione del mio presepe.
 
Ingegneria artigianale: Il cuore meccanico
Ciò che rende il presepe di Franco Curti un'attrazione unica è il suo intricato meccanismo, un vero e proprio prodigio di ingegneria artigianale. Sotto la scenografia si nasconde un complesso sistema azionato da un unico motore elettrico collegato ancora oggi a una antica ruota di bicicletta, 205 cuscinetti a sfera, e ben 273 tra ruote, pulegge e ingranaggi, tutti sincronizzati alla perfezione per animare le oltre 150 statue in movimento. I moti sono così diversi e calibrati che la ruota più veloce gira a 1400 giri al minuto, mentre la più lenta, che gestisce gli effetti di luce, compie un solo giro ogni tre minuti.
Un totale di 307 lampadine gestisce l'illuminazione, creando suggestivi passaggi da giorno a notte e l'effetto dell'aurora. Le costruzioni del presepe, come le case e i templi, sono realizzate con la tecnica del traforo, un lavoro di intaglio meticoloso. Le figure, quasi tutte scolpite a mano da esperti artigiani della Val Gardena, sono un omaggio all'antica tradizione presepiale, unita all'innovazione meccanica di Curti. L'opera è un imponente trittico di 40 m² con scene di cascate d'acqua, vedute panoramiche orientali, il tutto accompagnato da un sottofondo musicale. Il presepe è preceduto da quattro quadri meccanici che narrano le Profezie bibliche e la ricerca di un alloggio da parte della Sacra Famiglia.
 
Un lungo viaggio tra fede e successo
L'opera prese forma a partire dagli anni ’30 del 900, per essere esposto a pezzi subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, mentre la sua prima esposizione pubblica così come lo si può ammirare ancora oggi risale al 1949 a Carmagnola, dove attirò 5.000 visitatori. La sua fama crebbe rapidamente, con un numero di visitatori che nel giro di un decennio raggiunse le 200.000 unità in tutto il Piemonte e la Liguria. Curti lo espose in molte città, tra cui Torino, Cuneo e Milano, dove nel 1974-75 ricevette un'accoglienza calorosa, e persino in estate, per farne godere il più vasto pubblico possibile.
Nel 1976, Franco Curti donò il presepe ai Cappuccini liguri, affidando la sua opera alla loro custodia. Dapprima passò nelle mani di fra Romano Cerro da Calice Ligure che lo espose nel convento di Santa Margherita Ligure, nella sua Calice Ligure e a Savona, dopodiché lo affidò a sua volta a un confratello più giovane, fra Andrea Caruso, che dal 1984 per oltre vent’anni si occupò della sua annuale esposizione e manutenzione nei conventi di Finale Ligure, Genova Voltri, Sanremo e Genova. Grazie alla passione dei frati, il presepe ha continuato così il suo viaggio. Dopo anni di esposizioni itineranti, nel 2007 prese forma l'idea di esporlo permanentemente nell'Auditorium del Museo dei Cappuccini di Genova. L'occasione d'oro arrivò nel 2010, quando il Comune di Milano chiese di esporre l'opera in Piazza Duomo. Fu un successo clamoroso: in sole tre settimane, più di 100.000 persone lo ammirarono, e l'opera ricevette una vasta risonanza mediatica nazionale, consolidando la sua fama. Dal 2011, il presepe di Franco Curti è la principale attrazione natalizia del Museo dei Cappuccini, diventando uno dei più visitati e apprezzati di tutta la Liguria.
 
Guida alle scene: un viaggio in Terra Santa
Il presepe si sviluppa in un imponente trittico, una struttura a tre parti che invita il visitatore a un vero e proprio percorso biblico, partendo da destra.
  • Betlemme (il cui nome ebraico significa "Casa del pane"). In primo piano si trova la Natività: il Bambino Gesù, Maria e Giuseppe nella capanna. Quattro angeli scendono dall'alto per annunciare l'evento, e grazie a un piccolo motore, il   Bambino si muove, come se respirasse. Le altre figure sono collegate a un   albero motore principale che attraversa l'intera opera. In questa sezione, Curti ha voluto onorare anche le tradizioni popolari, inserendo una casa   del falegname, simbolo del mestiere di Giuseppe, e la casa delle pecore.
  • Gerusalemme. Questa   parte centrale è dedicata alla capitale di Israele, teatro di molti episodi della vita di Cristo. In primo piano, la reggia di Erode, con il re che riceve l'annuncio della nascita del Re dei Giudei. Vicino alla reggia, c'è la casa del tessitore, un richiamo al fatto che, secondo le scritture apocrife, la Madonna filava e tesseva nel Tempio. Al secondo piano, sono rappresentati i due edifici più importanti di Gerusalemme: il Tempio, dove Gesù fu riconosciuto da Simeone e Anna, e la Fortezza Antonia, sede della guarnigione romana.
  • Betania. L'ultima parte del presepe ricostruisce Betania, un sobborgo di Gerusalemme noto per essere la casa di Lazzaro, resuscitato da Gesù. Il corso d'acqua che attraversa la scena ricrea il fiume Giordano, dove Gesù fu battezzato, e il Mar di Galilea, luogo della pesca miracolosa. Un ultimo mestiere raffigurato è quello del mugnaio, dalla produzione del grano al pane, che rimanda, ancora una volta, al profondo significato del nome di Betlemme: Casa del pane, a simboleggiare l'Eucaristia.
 
Il presepe di Franco Curti non è solo un'attrazione natalizia, ma un'opera d'arte complessa che unisce fede, ingegneria e un profondo amore per le tradizioni, capace di incantare il cuore e la mente di grandi e piccini...
 
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